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Alimentatore FSP Aurum CM Gold (AU-750M) - Aurum 750-M, analisi pt.2

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Aurum 750-M, analisi pt.2

 

Quali sono gli aspetti chiave che ci portano a valutare positivamente un alimentatore rispetto ad un’altro modello? Indubbiamente la componentistica interna, che avrà serie ripercussioni sulla sua efficienza, sulla stabilità dei voltaggi sotto carico e sulla stabilità dell’unità a lungo termine. Oltre a questo è molto importante anche il sistema di dissipazione dell’unità, che sarà anche un chiaro indizio della qualità costruttiva e della sua efficienza. E’ molto importante anche il numero di Ampere che possono fornire le rail da 12V, singole o combinate che siano. Secondo la specifica ATX 2.3 attualmente vigente non è possibile andare oltre 20A di corrente su ogni singola rail, quindi i produttori generalmente riportano i singoli amperaggi su ogni canale. In altri casi, viene specificato che invece è presente un’unica rail con un quantitativo di Ampere maggiore di 20, caratteristica particolarmente apprezzata dagli overclocker.

Generalmente è possibile misurare questo discorso contando il numero di shunts direttamente sul PCB dell’alimentatore stesso, in quella parte dove vengono saldati i connettori da +12V. In molti casi ad esempio succede che il produttore voglia produrlo come multi-rail, ma poi solo successivamente convertirlo in un singolo canale, tramite una semplice saldatura inferiore ed interconnessione. Bisogna anche vedere in che modo è regolata, se presente, la protezione Over Current Protection (OCP), insomma sono molti i fattori di valutazione di un determinato modello. Procesiamo quindi all’analisi dell’FSP Aurum Gold 750M per cercare di comprenderne tutti i segreti.

 

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ATTENZIONE: Ricordiamo che la procedura di rimozione della scocca comporta la rottura del sigillo di garanzia, invalidando quest’ultima. L’apertura quindi è altamente sconsigliata a meno che non sia scaduta la garanzia e che sia necessario cambiare la ventola, o eseguire direttamente riparazioni o misurazioni (da effettuare solo da personale esperto e qualificato).

 

Ora analizzeremo le varie componenti dell’alimentatore in questione quindi procediamo per ordine.

L'alimentatore utilizza un chip proprietario marcato FSP; questa soluzione permette di modulare la potenza da 350 fino ad 800 watt di carico quindi ci si potrebbe aspettare che questa serie di alimentatori possa essere estesa fino a coprire tutte queste fasce di consumo energetico. In questo modello vengono realmente utilizzati condensatori giapponesi, precisamente la serie KZE della ditta United Chemi-Con. L’alimentatore presenta quattro canali da +12V ognuno ma all’atto pratico è come se ci fosse una singola linea della +12V, appunto single rail. Generalmente ogni componente dell’alimentatore viene fissata sul PCB in tre diverse fasi, mediante del materiale simile a colla a caldo, che potete vedere nelle fotografie. Come primo passo vengono incollati nel PCB inferiori le componenti principali, dopodiché il PCB stesso verrà capovolto affinché si possano saldare le componenti precedentemente incollate tramite una macchina saldatrice, specifica per questo scopo. Senza questa accortezza il processo sarebbe molto più complesso e le componenti evitano di cadere per effetto gravità.

Primario : comparti di filtrazione delle EMI ed RFI

 

 

Seguendo idealmente il percorso effettuato dalla corrente all’interno dell’Aurum 750M, come prima cosa troviamo il sistema di filtraggio delle emissioni emettromagnetiche e radio, precisamente l’EMI/RFI Transient Filter. Il PCB è molto piccolo, come lo sono i dissipatori installati nell’unità. Posizionato necessariamente dietro all’ingresso della corrente AC include due condensatori ad Y (che hanno il compito di eliminare le interferenze tra ciascuna linea e la massa), assieme allo scarico a terra chiaramente visibile al lato, ed un core ferritico che è collegato ai cavi di potenza. Questa configurazione continua sul PCB con ben due condensatori ad X (che hanno il compito di eliminare le interferenze tra le due linee di alimentazione AC) oltre a ben tre induttori toroidali, dove però non è presente un varistore (MOV, Metal Oxide Varistor) ovvero sostanzialmente una resistenza voltaggio-dipendente, che protegge l’alimentatore ed il sistema da picchi di voltaggio provenienti dalla rete elettrica esterna; FSP specifica però che la tecnologia MIA IC, presente sull’unità, offre comunque un sistema di controllo della OVP quindi non c’è nessun problema. Ricordiamo che se un alimentatore non è dotato di un MOV nell’EMI/RFI Transient Filter si dovrebbe sempre utilizzare il proprio sistema con un gruppo di continuità (o UPS), che agirà da filtro a protezione dei picchi di voltaggio, che potrebbero danneggiare seriamente non solo l’alimentatore stesso ma anche l’intero sistema! Di solito questa componente viene rimossa per ragioni di costo di produzione, e progettazione, il che significa che saremo davanti ad un modello il cui fine ultimo, se vogliamo, non è certamente l’appartenenza ad una fascia elevata di prodotti. In questo caso, data la presenza del MIA IC, non possiamo fare altro che essere pienamente soddisfatti, anche perché per quanto riguarda il resto c’è una grande abbondanza di componenti secondarie.

 

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Primario : switch primario e bridge rectifier

 

Nel primario, ovvero dove la corrente in AC è convertita in DC con un voltaggio maggiore, troviamo due induttori. Prima del condensatore c’è un piccolo induttore. Altre volte, oltre a questo c’è anche un termistore usato con PFC attivo che limita ulteriormente l’aumento di corrente improvviso, specialmente nella switching-phase dell’alimentatore, dove il condensatore è scaricato completamente. In questo caso non sembra però che sia presente il termistore. In questa sezione [Ei1] risiede l’Active Power Factor Correction, altresì detta APFC, ovvero un convertitore AC/DC che controlla la corrente fornita all’alimentatore mediante un controller PWM; questo convertitore viene a trovarsi successivamente al bridge e fondamentalmente separa il voltaggio DC in piccoli pacchetti ad impulsi costanti. Sono stati utilizzati due MOSFETs di switching, assieme ad un diodo, ed è presente un condensatore Rubycon (390μF, 450V, 105°C, MXG series), quindi anche in questo caso giapponese e di ottima qualità. Come controller PFC/PWM è stato utilizzato il modello FSP6600. Purtroppo non sono presenti datasheet specifici quindi non possiamo commentarne le caratteristiche. Dalla sigla possiamo facilmente ipotizzare che è realizzato da FSP stessa.

 

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Secondario : output rectifier e meccanismi di protezione

 

Nel secondario è usato un design sincrono così che è possibile generare i +12V mediante MOSFETs (IRLB3036) e le rail minori sono generate da un convertitore DC-DC ; questo design permette la sostituzione dei diodi con transistor, portando ad un incremento dell’efficienza. Questi transistor sono controllati da un chip proprietario FSP, chiamato FSP6601 e sempre nel secondario è presente anche il circuito integrato WT7579, fatto apposta per FSP ; questo chip controlla OVP, OTP, UVP,  e ben quattro OCP, una per singola rail della +12V quindi è confermata la presenza delle quattro linee separate. Sempre nel secondario sono presenti condensatori giapponesi della famosa ditta Chemi-Con, certificati fino a 105°C.

 

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La topologia utilizzata è la Active Clamp Reset Forward, che offre un’efficienza elevata ma entro un certo valore di consumo, dopodiché non riesce a mantenere gli stessi standard qualitativi di altre tipologie.

 

Sono molti quindi i meccanismi di protezione utilizzati :

  • Over Voltage Protection
  • Over Current Protection, una per ogni rail da +12V
  • Over Temperature Protection
  • Under Voltage Protection

 

 

Meccanismi di dissipazione, ventola e rumorosità

 

L'alimentatore è raffreddato da una ventola della Protechnic Electric MGA12012HF-A25, con tecnologia Fluid Ball Bearing, ed una velocità nominale di 2400 RPM. Le altre caratteristiche tecniche sono 12V, 0.45A, 84.8 CFM, 37 dBA a pieno regime ed infine un peso pari a 155g. La rumorosità dell'alimentatore dipenderà dal carico dell’aliemntatore stesso e vedremo quanto potrà incidere quest’elevata velocità di rotazione.

 

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