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Cooler Master V8 GTS: la novità del vapour chamber orizzontale - Cooler Master V8 GTS: analisi strutturale

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Struttura, heatpipes e superficie dissipante

La struttura fa parte della classica tipologia a singola torre di raffreddamento, costituita da un unico corpo dissipante attraversato da ben 8 heatpipes ad “U”, ottimamente distribuite sull’intero volume. Come preventivato nel titolo di questa recensione è presente un sistema di dissipazione a vapour chamber. Questo sistema, già implementato nel TPC800 (CLICCA PER LA RECENSIONE) permette sulla carta un netto miglioramento delle performance, però abbiamo appurato che esiste una differenza prestazionale in relazione all’orientamento spaziale (CLICCA PER I TEST). Ad ogni modo, la struttura è molto solida, la lavorazione ottima e le alette spaziate, di modo che ci sia una resistenza non eccessiva al passaggio dell’aria, a tutto beneficio della silenziosità in esercizio.

Il dissipatore presenta una struttura superiore in plastica rigida, che integra diversi LED rossi, e che funziona anche come sistema di ancoraggio delle ventole, le quali sono già preinstallate e, purtroppo, non sostituibili per via del meccanismo di aggancio peculiare. Al fine di installare una comune ventola da 140mm sarebbe necessario apportare delle modifiche al suo telaio, quindi sarebbe comunque possibile. Lo consigliamo? Affatto! Le ventole in dotazione sono eccezionali, in idle sono inudibili e le prestazioni sono tali che potranno girare a 1000RPM anche con carichi di lavoro molto impegnativi, ad esempio 4.5 GHz su un i7 3930K a 4.5GHz !

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La larghezza del dissipatore, sebbene abbia una tripla torre e sebbene sia notevole, non porta a problemi con le RAM ad alto profilo perché le due torri laterali sono rialzate. Questo è un punto a favore enorme, che permette al V8 GTS di essere perfettamente compatibile con socket 2011 aventi un gigantesco quantitativo di RAM. Il feeling iniziale è impressionante, il dissipatore sembra un gigantesco blocco unico, il vero cuore del vostro computer ed è innegabile che possa valorizzare enormemente l’interno di una configurazione. Se poi dovessimo associare questo dissipatore a case simili ad un certo COSMOS SE in recensione, bhé.. tanto di cappello. In sostanza una configurazione micidiale. La finitura in nichel integrale è esente da difetti.

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La scudatura finale delle heatpipes è anch’essa nichelata e ottima. La superficie dissipante è particolarmente elevata ed ovviamente sarà in grado di gestire CPU particolarmente potenti, quindi risulta un ottimo modello anche per CPU dal basso consumo. Un particolare del sistema a LED:

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Base di contatto

La base non è perfettamente planare, nonostante la presenza del H.V.C, poiché è presente una leggera convessità. E’ intenzionale, leggete poco sotto la ragione di questa scelta; è di eccellente qualità anche se non è lappata a specchio, ma presenta saldature perfette in corrispondenza delle heatpipes.

 

NOTA BASE CONVESSA: la base leggermente convessa è stata un marchio di fabbrica della ditta Thermalright. E’ stata adottata in quanto il socket di ritenzione delle moderne CPU, a partire dalle soluzioni aventi socket 775, era solito presentare una curvatura leggermente concava, il che ovviamente era deleterio per l’efficienza massima di scambio termico. Con il dissipatore Thermalright Ultra-120 è stata introdotta in commercio ed è ormai molto comune l’adozione di questo sistema. Precisiamo però che con il moderno socket Sandy Bridge-E non è più presente nessuna concavità nel sistema di ritenzione, che risulta essere perfettamente lineare.

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LUNA (Uno dei nostri due revisori tecnici principali) in versione di ceramica

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LUNA in carne e ossa

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NOTA QUALITA’ BASE:  una base di contatto che abbia un’elevata efficienza di dissipazione termica richiede una qualità intrinseca della superficie di scambio molto elevata. Ciò è possibile con procedure di lavorazione della base avanzate, che permettano di minimizzare le discrepanze orizzontali della base, che vengono colmate dalla pasta termoconduttiva. In questo campo viene utilizzato il termine “lappatura”, che quindi rappresenta proprio la qualità finale di questo processo. Con il termine “finitura a specchio” si indica invece una particolare lavorazione che porta ad avere una superficie di contatto perfettamente lucida, che rispecchia quindi la luce senza produrre deformazioni locali. Viene ottenuta con tecniche di lavorazione che utilizzano superfici abrasive molto sottili ed è comune in diversi marchi molto famosi, quali Scythe ad esempio.

 

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